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GlassUp lancia F4, primi smartglasses made in Italy, con un pezzo di Silicon Valley



Durante il TVLP program nel 2016 il progetto della startup è stato giudicato tra i più promettenti secondo gli investitori americani.

Un occhiale da lavoro dotato di videocamera, termocamera, voice control e di un sistema ottico che consente a chi lo indossa di visualizzare, su un campo visivo di 21 gradi, informazioni di ogni tipo, dal montaggio pezzi all'uso macchina. I nuovi occhiali digitali F4, progettati da GlassUp (www.glassup.net) con l'obiettivo di "dare superpoteri ai lavoratori" potranno essere impiegati in diversi settori industriali, dal training on the job alla logistica, dalla danger detection al supporto video in campo assicurativo, per arrivare al biomedicale.

La startup ha sede a Modena, ma porta con sé un po' della cultura imprenditoriale della Silicon Valley, patria dei colossi dell'informatica. Nel 2016, infatti, partecipando al programma internazionale in imprenditorialità tecnologica promosso dall’Istituto TVLP (www.tvlp.co), quello del Ceo di GlassUp, Francesco Giartosio, è stato considerato uno tra i progetti innovativi più promettenti per gli investitori americani. Confrontandosi direttamente con docenti delle migliori Business School come Berkeley e Stanford, imprenditori e venture capitalist, l'imprenditore italiano ha potuto acquisire il mindset della Silicon Valley, un ingrediente estremamente utile per perfezionare la propria idea, lanciare la propria impresa o un prodotto innovativo sul mercato.

Il debutto dei "Smart safety glasses" – come sono stati ribattezzati gli F4 dagli imprenditori di GlassUp – è stato in una sala operatoria: ad indossarli lo scorso gennaio è stato Stefano Rausei, medico chirurgo presso l'Ospedale di Circolo Fondazione Macchi di Varese, durante una biopsia laparoscopica. Prima della diffusione sul mercato, nei prossimi mesi, gli F4 sono stati presentati a una platea di imprenditori al convegno "Realtà Aumentata & Manifattura Digitale" promosso a Confindustria Modena, durante il quale sono intervenuti Emiliano Della Casa e Federico Canuti, project manager e marketing manager di GlassUp.

"UNO" è invece il nome del primo modello di occhiale a realtà aumentata progettato dall'azienda modenese e lanciato sul mercato in occasione del Wearable Technology Show di Santa Clara, California.

«Abbiamo proseguito a passo spedito nel cammino fatto di ricerca tecnologica e coraggio imprenditoriale, macinando un successo dopo l’altro - spiegano i manager di GlassUp -. Abbiamo aperto le pre-vendite di UNO, che è un occhiale pensato e progettato per uso quotidiano, e il successo è stato tale che la pagina web adibita alla pre-vendita, programmata per un primo lotto di sole duemila unità, sarà a breve messa offline, per evitare il backorder».

La vendita vera e propria partirà a maggio, ma a giudicare dall'apprezzamento iniziale degli utenti, sarà un successo.

Glass Up, l’occhiale smart che ha fatto interessare la California


Francesco, con una laurea in Business Administration, e ventidue anni di esperienza nell’internal auditing in FIAT e Ducati, è quello che in Silicon Valley chiamerebbero un “imprenditore seriale”, cioè colui che per mestiere fonda imprese. Prima Conti Pronti, contabilità on line per professionisti e piccole imprese, e nel 2012 Glass Up.
Sono sempre stato incuriosito dal rapporto che lega l’uomo alle macchine e volevo progettare qualcosa che facilitasse le azioni giornaliere come leggere una e-mail o un messaggio di whatsapp, senza però la necessita di far ricorso a computer o smartphone, cioè con una interfaccia grafica di immediata consultazione, come appunto guardare attraverso le lenti degli occhiali”.

Glass Up è infatti un dispositivo intelligente e, nonostante fornisca le informazioni attraverso caratteri verdi che ricordano le grafiche dei primi computer, sono degli occhiali futuristici, capaci di proiettare sulle proprie lenti le informazioni provenienti da più dispositivi, ma anche conoscere i dettagli delle opere d’arte nei musei, leggere sottotitoli di film in lingua e monitorare le proprie funzioni vitali mentre si fa sport: il tutto a portata di vista, ma senza coprirla. Gianluigi Tregnani – oggi CTO dell’azienda – è una delle menti dietro la tecnologia di Glass Up e porta in azienda una lunga esperienza in fisica e nella realtà aumentata, sviluppata soprattutto in aeronautica.

L’avventura di Glass Up è una storia imprenditoriale emozionante, poiché fatta di impegno e grande determinazione. La società nasce dopo un anno di studi e ricerche sul prodotto, finanziate con risorse proprie. Nel 2013 è Google ad accorgersi di Glass Up, non tanto per la loro tecnologia ma piuttosto per l’utilizzo della parola “glass” nel marchio che lo rende così simile a quello dei Google Glass. Nasce così un contenzioso con il colosso di Mountain View il quale intima di rimuovere il temine “Glass” dal prodotto modenese. Ma, sorprendentemente, arriva anche una inaspettata notorietà: “molti giornali hanno parlato di noi e ciò ci ha aiutato ad attrarre capitali”. Nasce infatti una campagna di crowdfunding su Indiegogo che porta all’impresa modenese più di 100.000 dollari per sviluppare il prodotto.

“Visto il successo, abbiamo fatto ricorso ad una seconda campagna provando questa volta la piattaforma di equity crowdfunding inglese, Seedrs”. La campagna offre il del 20% della società, ma non si ottengono grande risultati, probabilmente, ci racconta Giartosio, “per via della non deducibilità fiscale dell’investimento e l’impossibilità di accesso allo strumento da parte di investitori americani, i più interessati al nostro prodotto”.
Ulteriori risorse arrivano da bandi, sia italiani che europei, per un totale di mezzo milione di euro. Le risorse sono servite ad arricchire il team, tra il 2015 e il 2016, e nuovi uffici generando ricadute positive sul territorio modenese in termini occupazionali.
Il prodotto, ci dice il CEO di Glass Up salutandoci, “sarà sul mercato a fine anno”.

Gli interessati potranno investire nel progetto grazie alla campagna di equity crowdfunding che sarà avviata il 17 maggio sulla piattaforma TipEquity.

Chissà che qualcuno oltre oceano voglia contribuire a far crescere questo pezzo di tecnologia “made in Italy” vedendo nella startup modenese un fonte di nuova energia per un settore, quello degli occhiali smart, che temporaneamente sembra vedere indecisione tra i colossi americani.

Nella foto: Francesco Giartosio - CEO Glass Up