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Pink Valley: donne che per realizzare i loro progetti hanno lasciato il posto fisso

Giovani, coraggiose, preparate. E imprenditrici.Lasciano il Paese d'origine per inseguire i loro sogni e per trasformarli in imprese che possano contribuire a rendere il mondo un posto migliore.


Donne imprenditrici dedicano anima e corpo al progetto, con l'obiettivo tra l'altro di creare opportunità di lavoro non solo per se stesse, ma anche per gli altri. Ad accomunarle sono esperienze internazionali che si traducono in un vero e proprio sconvolgimento e cambiamento di rotta per la loro vita e il loro futuro professionale.

È accaduto così a Larissa Kryuchkova, founder di Uvisio (uvisio.com). La sua azienda ha sviluppato una tecnologia che permette un controllo totale dell’esposizione solare, per evitare bruciature e quindi minimizzare il rischio di tumore alla pelle.

«Questa idea mi è venuta da un'esperienza diretta, avendo avuto io stessa un tumore alla pelle – spiega Larissa –. In quegli anni ho cominciato a studiare un modo che potesse evitare ad altri quello che era successo a me. Sono riuscita quindi a combinare questa mia brutta esperienza con le esperienze positive vissute progettando circuiti integrati. Da qui l'idea di sviluppare un dispositivo elettronico che permettesse di tenere sotto controllo l’esposizione solare». All’inizio, ci tiene a precisare la giovane ricercatrice russa, «non pensavo di sviluppare un’impresa, ma un dispositivo per fare qualcosa di buono per quelli che mi stavano più vicino».

Inizia così a progettare il dispositivo, composto da una parte hardware e software, utilizza un algoritmo che consente di misurare il rischio in base alle caratteristiche specifiche delle pelli (diverse in ogni persona) di chi lo sta utilizzando. Poi la convinzione a dar vita a Uvisio, un’azienda con sede tra l'Olanda e la Germania, che ha come mission quella di aiutare tutte le persone del mondo.
«Nel 2014 sono stata selezionata dal TVLP Institute in California – spiega ancora Larissa –. Ho avuto un feedback molto positivo» dagli imprenditori e dai mentor che mi hanno accompagnato nel corso del programma immersivo in imprenditorialità tecnologica. Molte persone erano interessate a questo prodotto e ho capito che avrei potuto creare un’impresa. Così sono tornata a Berlino e ho iniziato a lavorare su questo. Credo che il grande passaggio sia stato quando ho deciso di andare avanti, con un prodotto da portare sul mercato». E’ così che Larissa ha deciso di licenziarsi da un posto a tempo indeterminato a Zalando e seguire le sue passioni.

Larissa Kryuchkova, founder di Uvisio intervistata a Berlino
L'esperienza di Larissa è come una goccia d'acqua nell'Oceano se si considera che in Europa le donne sono solo il 13% dei fondatori di imprese (dati del Sole 24 Ore di marzo 2016). Sara Bonomi, italiana d'origine, non ha dato retta alle statistiche e ha accettato otto anni fa la sfida di trasferirsi all'estero. Per perfezionare la propria formazione vive in Francia, in Spagna e in Australia. Nel 2012 si trasferisce a San Francisco. Ma l'avventura comincia in salita. «Ho studiato in una buona business school europea e parlo diverse lingue, ma queste mie competenze qui non venivano riconosciute – racconta Sara –. Ho cominciato a partecipare a numerosi eventi per conoscere nuove persone, aumentare il mio network e trovare in quale impresa poter esprimere meglio le mie competenze». È un percorso lungo, che può richiedere un grande investimento di tempo.
Incamminata su quella strada, Sara incontra i fondatori (europei) di una hardware-startup che sviluppa stampanti 3D e che sono stati in grado di valorizzare i suoi studi e le sue competenze. Ora a Berlino guida un team per una grande compagnia americana sempre nel settore delle stampanti 3D. «In questo momento – spiega – credo che sia importante per me continuare a vivere all'estero per acquisire esperienza e crescere dal punto di vista professionale con diversi ruoli alla guida di un team. Non escludo la possibilità di tornare in Italia tra qualche anno per avviare eventualmente una mia attività».
Contagiata dalla cultura imprenditoriale californiana – che mette al primo posto la contaminazione delle idee e la trasmissione delle esperienze – Sara assieme ad altre quattro donne ha fondato quattro anni fa il capitolo italiano di Girls in Tech (http://www.girlsintech.it).


Sara Bonomi: donne tra talento e tecnologia in un mercato del lavoro globale

Anche la storia di Nicoletta De Vincenzi, laureata in Italia con master in Marketing management e Business communication, è segnata da importanti esperienze professionali come in General Motors. «Un giorno mi sono decisa a inviare il curriculum a Google in Irlanda e proprio nella società di Mountain View ha inizio la mia esperienza professionale all'estero, proseguita poi con Facebook. Ho vissuto a Dublino per otto anni in ambienti estremamente innovativi e dinamici, all'interno di grandi realtà internazionali. Questo mi ha insegnato ad essere io stessa innovativa e a mettermi in gioco in modo diretto». 

Anche dalle esperienze in grandi aziende possono nascere nuove idee in chi sente il bisogno di migliorarsi continuamente, di sperimentare, innovare ed esporsi su nuovi mercati. E così Nicoletta, viaggiando da un Paese all'altro mentre è a capo di un team di 35 persone, si rende conto di un mercato quasi del tutto inesplorato, legato a esigenze molto concrete delle imprenditrici e degli imprenditori obbligati a lunghe trasferte di lavoro e quindi ostacolati ad accedere a servizi e centri per la cura e il benessere del proprio corpo. Nasce così l'idea di Glowreous (http://glowreous.com/), marketplace per esperienze Beauty, Lifestyle e Luxury Travel, spazzando via ogni dubbio sull'opportunità di abbandonare il posto fisso e la carriera in aziende prestigiose: «il nostro obiettivo era di risolvere questo “vuoto”, applicando le ultime tecnologie a servizi beauty e wellness».  Un'idea chiara, perfezionata al TVLP Institute in California che, per dare maggiori opportunità a donne di talento come Larissa, Sara e Nicoletta, ogni anno mette a disposizione diverse borse di studio. Ora Glowreous è una società basata in Silicon Valley con attività a Dublino, California e Roma. «Ci sono oltre 2 milioni di saloni di bellezza nel mondo, e solo negli Stati Uniti sono 1,1 milioni – spiega Nicoletta –. Noi abbiamo realizzato un'applicazione che consente di fare acquisti online e preonotazioni in tempo reale facilitando l'accesso via mobile a esperienze esclusive presso Luxury Hotel Spa, Saloni di Bellezza, Centri Wellness selezionati e inoltre l'acquisto di prodotti boutique e accessori lusso.

Quale consiglio darei a giovani imprenditori come me che vedono la strada in salita? Sicuramente quello di perseguire i propri desideri, innovando continuamente, senza stancarsi di imparare e sperimentare nuove opportunità».

Paolo Tomassone

* articolo pubblicato la prima volta il 5 dicembre 2017.

Benvenuti nella Cina che non resta mai ferma: ZhongShan Investment Fair


È Mr. Yang Wenlong, vice sindaco di ZhongShang, a dare il via alla cerimonia di apertura dell’evento annuale che vede talenti di tutto il mondo arrivare in una delle città più attive della Cina, ZhongShan nella regione del Guandong.
Abbiamo attraversato viali alberati e prati ben curati per giungere al centro congressi della città. Profuma di nuovo e l’atmosfera è quella degli eventi più solenni. A dominare è il colore rosso mentre i maxi schermo e le luci creano un'atmosfera molto particolare ed estremamente ricercata.

ZhongShan è presentata come la città dai migliori trasporti. Affacciata sulla baia di Guandong-Hong Kong-Macao, fa della sua centralità geografica un punto di forza. Un'attenta rete di traghetti collega tra loro tutti i centri principali della baia e con la città. Ben presto questa infrastruttura sarà sostituita da modernissimi ponti e tunnel sotto l’acqua per ridurre ad un terzo o meno i tempi di connessione.

L’obiettivo di oggi è parlare di innovazione e, infatti, gli interventi, dal vice sindaco agli esponeti del governo locale, ricordano che la città attira il 70% degli investimenti privati, una delle principali del paese. Ci sono 882 aziende altamente tecnologiche di medie-grandi dimensioni, 48 incubatori e 42 scuole per dottorandi. La città ha generato nel 2016 ben 22.000 brevetti. I talenti internazionali sono attirati da condizioni di vita vantaggiose. Fino a 40.000 dollari per facilitare chi si vuole trasferire in città, anche solo per un mese. Un team può arrivare a ricevere anche 1,2 milioni di dollari all’anno per spostarsi a ZhongShan. Tutto questo testimonia una città che vuole attirare talenti da tutto il mondo.

Giacomo Barigazzi, Marco Zibordi, Bruno Iafelice,
Enrico Di Oto, Pierre Rodrigues.
Le immagini che scorrono sui maxischermi a led dalle dimensioni incredibili mostrano la bellissima natura che circonda la zona. I corsi d’acqua e le vicine montagne. A testimoniare una qualità della vita alta che dovrebbe attirare anche i più ricercati. La città, infatti – come dice il vicesindaco Yang Wenlong – investe il 70% delle tasse locali in piani di sviluppo e miglioramenti del territorio. Interi quartieri si stanno costruendo all’interno di un piano di sviluppo della città di 25 anni. Scuole e ospedali sono eccellenti.

Chen Rugui, segretario del partito che governa, ci tiene a precisare che il costo delle abitazioni e degli uffici è basso ora a ZhongShan  rappresentando un'opportunità di investimento in quello che sembra candidato ad essere uno dei centri più attivi economicamente della Cina che potrebbe rubare la scena alla ben più confusionaria Shanghai, mettendo in campo un ottimo equilibrio tra opportunità imprenditoriali e qualità della vita. Insomma l’aspirazione è quella di rendere questa Baia la più innovativa della Cina, come ricorda l’ex ministro delle finanze Cinese Xiang Huaicheng.

Mentre gli interventi continuano a susseguirsi, viene spontaneo notare il vibrante entusiasmo che si respira nell’aria. La maggior parte dei partecipanti vengono dagli Stati Uniti, quasi esclusivamente dalla California. Tra i pochi non americani ci sono gli imprenditori europei portati da TVLP e alcuni intercettati dagli organizzatori.
Sembra come se da una parte ci sia la Silicon Valley che rappresenta la cultura imprenditoriale, e dall’altra la zona asiatica che ha voglia di crescere e parecchi capitali da mettere in gioco. È un mercato grande, ripetono tutti. La lingua e la cultura sembrano un ostacolo non da poco, ma - come ha ricordato uno dei partecipanti arrivato dal Portogallo al termine del suo pitch – gli imprenditori affrontano e vincono le sfide.

Mentre Brian, venture capitalist del fondo China CSM, ci racconta degli investimenti fatti nominando cifre dell'ordine di milioni e miliardi di dollari, pensiamo alla opportunità che la Cina rappresenta e alla lezione imparata fino ad ora. Le email non si usano, Google non funziona come nel resto del mondo, WeChat e QQ spopolano - il paradigma di comunicazione è diverso ma la sostanza non cambia.

I cinesi amano rischiare e puntare in grande ci diceva qualche giorno fa Luca Spaggiari, un Alumno italiano di TVLP che ha trascorso un po’ di anni in Cina. Loro vogliono sognare. Ora capiamo veramente cosa voleva dire Luca, mentre passano sullo schermo immagini di cantieri futuristici insieme a stime di realizzazione – quasi sempre dell’ordine di un paio di anni – da fare invidia e generare ammirazione per un popolo che sembra non restare mai fermo. È proprio vero. Le opportunità ci sono, basta cercarle. Bisogna pensare in grande e avere una visione globale.

Bruno Iafelice




FruttaWeb cresce con un seed di 300K. La ricetta? Il networking



Biasin e Giacchino hanno unito le forze dopo il TVLP in Silicon Valley.

«Il principio che sta dietro la “community” è molto semplice: tu fai del bene agli altri; gli altri fanno del bene a qualcun altro; e quell’altro arriva a far del bene a te». Le parole sono fin troppo chiare. Marco Biasin e Massimo Giacchino, Ceo e Coo di FruttaWeb, ne hanno compreso fino in fondo il significato partecipando nel 2015 al programma in imprenditorialità tecnologica del TVLP Institute in Silicon Valley.

Arrivati in California ognuno con il proprio sogno, ognuno con le proprie idee, i due innovatori emiliano-romagnoli si sono scrutati e hanno deciso di unire i talenti e le forze per sviluppare un unico progetto imprenditoriale. FruttaWeb – il primo e-commerce in Italia di ortofrutta, che conta già una trentina tra collaboratori e professionisti – consente di scegliere tramite computer o smartphone tra oltre 1.300 varietà di frutta, verdura, cereali e spezie e riceverle direttamente a casa o in ufficio entro le 48 ore.



Ora l’azienda nata dalla famiglia Biasin, produttori di cocomeri in Emilia-Romagna, può contare su un investimento di 235 mila euro da parte di Italian Angels for Growth e di 50 mila euro dell'imprenditore del settore Oscar Zerbinati. Questo investimento permetterà a FruttaWeb di espandere il proprio business, ampliando la gamma dei prodotti e potenziando la linea biologica, attraverso un accordo con uno dei marchi di frutta e verdura più importanti nel settore.

Fondamentale per i due innovatori è stata l’esperienza per acquisire la cultura imprenditoriale della Silicon Valley dove ogni giorno imprenditori, founder ed investitori si incontrano, chiacchierano e si scambiano biglietti da visita. Lì, infatti, il “networking” è una delle regole basilari. «L’energia che si sente qui è diversa – ha spiegato Massimo Giacchino –. E’ impressionante constatare come nel corso degli eventi le persone si avvicinano, ti chiedono cosa fai, ti mettono in contatto con altre persone… e il giorno successivo veramente ti scrivono, rispondono alle tue mail, dimostrano attenzione al tuo progetto».

«Questo è veramente un mondo fatato, ma non dobbiamo fermarci qua – ha raccontato Marco Biasin al termine di un networking con studenti della Santa Clara University –. Dobbiamo tornare in Italia con l’idea di dire: abbiamo acquisito qualcosa, non vogliamo lasciarlo qua, dobbiamo portarcelo dietro».

Il “Drago” dell'Emilia-Romagna conquista la Cina: imprenditori selezionati da investitori di Zhongshan



Sono quattro gli innovatori italiani – tutti emiliano-romagnoli – selezionati per far parte di una delegazione internazionale che partirà per la Cina per partecipare al Zhongshan Investment Fair.

Si sono formati in Emilia-Romagna all'Università di Bologna; qui sono stati ispirati e hanno trovato l'ecosistema migliore per trasformare le idee innovative in progetti imprenditoriali. Hanno fondato aziende high-tech nei settori dell’intelligenza artificiale, della realtà aumentata, dell’agri-tech e della diagnosi veloce in sanità. E in Silicon Valley hanno perfezionato il proprio modo di fare impresa, ispirandosi alle startup nate in un garage e poi trasformate in aziende globali.

Tra decine di talenti italiani che negli anni hanno partecipato ai programmi di accelerazione di TVLP, l'istituto di Menlo Park specializzato in programmi immersivi in imprenditorialità tecnologica, i founder Giacomo Barigazzi (Axyon, intelligenza artificiale nel mondo finanziario), Enrico Di Oto (OaCP, diagnostica rapida per oncologia), Francesco Giartosio (GlassUP, realtà aumentata applicata a occhiali) e Marco Zibordi (PerFrutto, tecnologia predittiva in agricoltura), sono stati selezionati da investitori cinesi per presentare i propri progetti al Zhongshan Investment Fair, che si svolgerà nella regione di Guangdong dal 28 al 30 marzo 2017. Alla delegazione internazionale faranno parte altri Alumni dell'istituto californiano TVLP da varie nazioni europee. L'iniziativa, in Italia, è stata presentata a Bologna insieme all'Università per rimarcare il ruolo della ricerca scientifica nel creare imprese globali di successo, oltre che in Germania, Francia, Inghilterra e Olanda.

Alessandro Grandi (AlmaCube), Bruno Iafelice (TVLP),
Rosa Grimaldi (Università di Bologna) presentano il progetto.

«Il nostro territorio è ricco di persone di talento e all'interno dell'università siamo i primi ad accorgercene – ha detto Rosa Grimaldi, delegata all'imprenditorialità dell'Università di Bologna –. Crediamo che il mondo del domani si debba cominciare a costruire nelle aule, dotando i nostri laureati di stimoli nuovi e favorendo un mind set imprenditoriale. Formazione e momenti di ispirazione non sono sufficienti: per questo, tra le iniziative messe in campo dal nostro Ateneo, ci sono anche quelle di scouting, di pre-incubazione e di incubazione».

Tra le esperienze di successo nate in seno all'Università di Bologna, si segnala l'UNIBO Launch Pad, coordinato dal prof. Simone Ferriani, una delle cinque iniziative nate in Europa per valorizzare il talento imprenditoriale di dottorandi e giovani ricercatori, che prevede la parte di accelerazione finale in Silicon Valley.

«L'ateneo con il progetto Alma Cube ha creato un luogo di incontro per imprenditori provenienti dall'Alma Mater dove possono mettere a fuoco le loro idee e muovere i primi passi imprenditoriali» ha spiegato il presidente Alessandro Grandi, ricordando alcune delle startup di successo cresciute nei loro spazi.

«Un'altra importante fase del percorso che abbiamo immaginato – ha aggiunto Rosa Grimaldi – è quella della crescita delle nostre iniziative imprenditoriali, obiettivo che non può fare a meno di attori
istituzionali in grado di accelerare i nostri migliori progetti in ecosistemi floridi, ricchi di capitali e competenze per farle diventare delle vere e proprie realtà mondiali».

La Cina – nota per lo più come “fornitore” di prodotti a prezzi competitivi – non solo è diventata creatrice di innovazione, ma si sta trasformando in grande investitore. Il Zhongshan Investment Fair è stato ideato proprio con l'obiettivo di favorire l’incontro tra oltre 500 grandi investitori e partner industriali cinesi e le migliori startup da tutto il mondo. Lì sono stati firmati, nel 2016, circa 150 contratti di investimento per un valore complessivo superiore ai 6 miliardi di dollari. Sono queste le ragioni per cui il TVLP Institute, con l'edizione del 2017, ha accettato l'invito di Zhongshan ad aprire opportunità di investimento tra le imprese dei propri Alumni.

«Quella in Cina è una delle iniziative che il nostro istituto sta organizzando in tutto il mondo per promuovere la community dei suoi Alumni provenienti da oltre 25 nazioni, distribuiti su tutti i continenti – ha spiegato Bruno Iafelice del TVLP Institute, arrivato in Italia dalla California per annunciare i dettagli dell'iniziativa –. Sono imprenditori e manager, dai 21 ai 55 anni, da chi ha un'idea innovativa a chi dirige aziende che fatturano decine di milioni di dollari, addirittura multinazionali, tutti accomunati dalla voglia di acquisire la cultura vincente e positiva della Silicon Valley. Lo scorso novembre, a Berlino, abbiamo organizzato la conferenza “Anticipating the future” assieme al Fraunhofer Institute per mettere in contatto la comunità internazionale dei nostri Alumni con innovatori e imprenditori di una delle principali locomotive d'Europa. Per questa iniziativa della Cina abbiamo pensato che fosse naturale coinvolgere in Italia l'Università di Bologna, da sempre ai primi posti in campo scientifico e tecnologico, per poter raccontare il percorso professionale di queste quattro aziende che hanno trovato nell'ateneo bolognese terreno fertile per germogliare».

I progetti di Barigazzi, Di Oto, Giartosio e Zibordi sono tutti accomunati da una solida base scientifico-tecnologica e da una visione globale. Sono queste tra le motivazioni principali che hanno convinto gli investitori cinesi interessati a tecnologie avanzate, ma allo stesso tempo a indirizzare i loro capitali e le loro competenze verso progetti imprenditoriali di respiro internazionale, ideati per risolvere alcuni dei più grandi problemi dell'umanità.

In Silicon Valley mi hanno stravolto l’azienda ma avevano ragione loro



«Pensavo di dover tenere i piedi per terra. Invece mi hanno detto che dovevo pensare in grande. Per precauzione cercavo di non sparare numeri alti e mi hanno detto che gli investitori si fidano di te se riesci a impressionarli. Insomma hanno distrutto completamente il modo in cui presentavo la mia azienda. E tutto questo è stato positivo».

Binary System va bene, cresce e produce utili. I suoi obiettivi – dematerializzare i documenti cartacei, conferendo un'impronta green alla gestione delle attività operative – sono molto ambiziosi. E i suoi prodotti – applicativi software per la gestione di imprese ferroviarie – sono già impiegati in mezz’Europa. Che bisogno c’è di rivoluzionare ancora il proprio progetto?

Roberto Toscani (41 anni vive nel piacentino) l’ha scoperto al TVLPx program [In seguito rinominato X-Red Program, NDR], una settimana intensiva accanto a docenti di marketing delle più famose università californiane. Anzi, diremmo quasi litigando con alcuni di loro. «No no, diciamo che ci siamo confrontati in maniera animata – tranquillizza – perché contestavano ogni parola scritta sulle mie slide. Non facevo in tempo ad aprire la bocca che subito mi richiamavano ripetendo “devi pensare in grande”, oppure “queste cifre sono troppo basse, dai l’idea che la tua impresa valga poco”. Avevano ragione loro: io ero venuto qui nella capitale mondiale degli investitori avendo ben chiaro cosa dire; durante le lezioni, gli incontri con i venture capitalist, le visite ad aziende nate in un garage e poi diventate multinazionali, e dopo ore di confronto con i mentori mi sono reso conto di non conoscere quasi la mia azienda».

Da qui il “chiodo fisso” per chi arriva in Silicon Valley con l’intento di acquisire un nuovo modo di pensare e di fare impresa: mettersi in una situazione non confortevole per crescere in continuazione. Che è una delle mission di Binary System, nata «nel cuore di una delle peggiori crisi economiche della storia, seconda solo alla Grande Depressione del ’29 – come spiegano i fondatori –. La via per uscirne è solo una e va oltre il semplice dovere di contribuire con il nostro lavoro e ricostruire un nuovo tessuto economico e sociale, diverso, migliore. È un progetto ambizioso, ma possibile uscendo dalle logiche personalistiche per entrare nel concetto di un’evoluzione sociale collettiva».

GlassUp lancia F4, primi smartglasses made in Italy, con un pezzo di Silicon Valley



Durante il TVLP program nel 2016 il progetto della startup è stato giudicato tra i più promettenti secondo gli investitori americani.

Un occhiale da lavoro dotato di videocamera, termocamera, voice control e di un sistema ottico che consente a chi lo indossa di visualizzare, su un campo visivo di 21 gradi, informazioni di ogni tipo, dal montaggio pezzi all'uso macchina. I nuovi occhiali digitali F4, progettati da GlassUp (www.glassup.net) con l'obiettivo di "dare superpoteri ai lavoratori" potranno essere impiegati in diversi settori industriali, dal training on the job alla logistica, dalla danger detection al supporto video in campo assicurativo, per arrivare al biomedicale.

La startup ha sede a Modena, ma porta con sé un po' della cultura imprenditoriale della Silicon Valley, patria dei colossi dell'informatica. Nel 2016, infatti, partecipando al programma internazionale in imprenditorialità tecnologica promosso dall’Istituto TVLP (www.tvlp.co), quello del Ceo di GlassUp, Francesco Giartosio, è stato considerato uno tra i progetti innovativi più promettenti per gli investitori americani. Confrontandosi direttamente con docenti delle migliori Business School come Berkeley e Stanford, imprenditori e venture capitalist, l'imprenditore italiano ha potuto acquisire il mindset della Silicon Valley, un ingrediente estremamente utile per perfezionare la propria idea, lanciare la propria impresa o un prodotto innovativo sul mercato.

Il debutto dei "Smart safety glasses" – come sono stati ribattezzati gli F4 dagli imprenditori di GlassUp – è stato in una sala operatoria: ad indossarli lo scorso gennaio è stato Stefano Rausei, medico chirurgo presso l'Ospedale di Circolo Fondazione Macchi di Varese, durante una biopsia laparoscopica. Prima della diffusione sul mercato, nei prossimi mesi, gli F4 sono stati presentati a una platea di imprenditori al convegno "Realtà Aumentata & Manifattura Digitale" promosso a Confindustria Modena, durante il quale sono intervenuti Emiliano Della Casa e Federico Canuti, project manager e marketing manager di GlassUp.

"UNO" è invece il nome del primo modello di occhiale a realtà aumentata progettato dall'azienda modenese e lanciato sul mercato in occasione del Wearable Technology Show di Santa Clara, California.

«Abbiamo proseguito a passo spedito nel cammino fatto di ricerca tecnologica e coraggio imprenditoriale, macinando un successo dopo l’altro - spiegano i manager di GlassUp -. Abbiamo aperto le pre-vendite di UNO, che è un occhiale pensato e progettato per uso quotidiano, e il successo è stato tale che la pagina web adibita alla pre-vendita, programmata per un primo lotto di sole duemila unità, sarà a breve messa offline, per evitare il backorder».

La vendita vera e propria partirà a maggio, ma a giudicare dall'apprezzamento iniziale degli utenti, sarà un successo.

Contenuti Pervasivi per innovare l’opera lirica partendo dalla Cina. L'impresa di Isabella Federico.



La differenza tra un insieme di suoni e la musica passa attraverso la testa, le dita, le orecchie e il cuore. Lo aveva capito il celebre violinista Isaac Stern, meravigliato dall'umanità e dall'istintività degli allievi incontrati durante una visita in Cina nel 1979. Se ne è accorta anche Isabella Federico, manager con esperienza maturata all'interno di colossi come  Ernst & Young  e Google, con il “pallino” per la comunicazione e l'Opera lirica. Le sue passioni si sono trasformate, passo dopo passo, in un progetto imprenditoriale. Un'impresa che punta a valorizzare quella «commovente disponibilità culturale» del popolo cinese e degli appassionati di musica classica sparsi in tutto il mondo.

Dopo aver trascorso parecchi anni all'estero – prima a Toronto poi a Londra, New York e Dublino – Isabella si divide tra Lecce in Italia e Londra, dove gestisce la sua attività, WeBizz, focalizzata sul marketing on-line per il B2B. Nel 2013 WeBizz Ltd (a Londra) amplia l’offerta con la gestione digitale di contenuti culturali.



Fondamentale la “full immersion” in imprenditorialità avvenuta nel 2016 in California, partecipando al TVLP Spring. «Dalla Silicon Valley io ho sempre portato con me il coraggio di non arrendersi, il coraggio di provare e di cambiare – spiega Isabella Federico –. È cambiata l'ottica con cui affronto un progetto che non è mai definitivo, ma fatto di tanti stadi da costruire nel tempo». Accompagnata dai docenti dell'istituto di Menlo Park, dai mentori e venture capitalist incontrati durante il TVLP program, l'imprenditrice ha compreso i punti deboli del proprio progetto, ma soprattutto le leve su cui concentrare gli investimenti futuri. «Ho compreso che un piano imprenditoriale può essere rivisto completamente, adattato alle esigenze del mercato che è in continua evoluzione, alle nuove opportunità tecnologiche e alle alternative offerte dai concorrenti. Ma occorre adattarlo tenendo conto delle esigenze di un audience che potrebbero essere diverse da quelle che avevamo in testa noi».

È in questo momento che nasce “Woopera”, una piattaforma per promuovere l'Opera lirica in tutto il mondo, in particolare in paesi come la Cina, dove l'interesse verso la musica si è moltiplicato nel corso degli ultimi anni. Un nuovo progetto che unisce il modo del digitale con la lirica, un'app alternativa al classico libretto che viene consegnato a inizio spettacolo a teatro.
«Lo scopo – spiega Isabella Federico – è di allargare il mercato della lirica ad un audience giovane e nuovo e al tempo stesso sviluppare un "prodotto aumentato" dell'esperienza teatrale». Ovvero accompagnare gli appassionati di musica classica ad ascoltare con la testa e col cuore e ad entrare nella cultura di chi ha composto un'opera.


Oncology and Cytogenetic Products (OaCP) la startup di Enrico Di Oto vince BioInItaly di Intesa Sanpaolo



La “migliore presentazione” tra le startup italiane specializzate nel settore delle biotecnologie. E’ questo il premio consegnato a Enrico Di Oto, classe 1983, che dopo la laurea in biologia, specialistica in patologia clinica e PhD, ha fondato “Oncology and Cytogenetic Products – OaCP”, con l’obiettivo di ridurre i costi e i tempi per la diagnostica in oncologia. La cerimonia si è svolta il 18 gennaio a Roma nel corso dell’edizione 2017 del National Roadshow di BioInItaly Investment Forum.

L'iniziativa è promossa da Assobiotec in collaborazione con l’Intesa Sanpaolo Start-Up Initiative, grazie anche al supporto locale di LazioInnova, con l’obiettivo di selezionare le migliori startup italiane nel biotech. Vi hanno partecipato progetti di impresa dalla diagnostica molecolare alla generazione di nuovi biomateriali da ogni parte d’Italia.

Grazie al premio “Best Presentation” Enrico Di Oto - che si è formato all’Università di Bologna e all’Ospedale Bellaria - avrà l'opportunità di accedere al programma di accelerazione che si terrà a Milano nella sede di Fondazione Filarete il 27 e 28 febbraio, per mettere a punto il suo progetto imprenditoriali, e quindi a marzo al BioInItaly Investment Forum, ma manifestazione di Intesa Sanpaolo dedicata alle startup, per raccogliere investimenti.

«Sono molto onorato per questo riconoscimento e contento per l’opportunità di proseguire il mio percorso imprenditoriale. Un percorso che si sta perfezionando di anno in anno, esperienza dopo esperienza. Una parte del merito di quanto appreso va ai mentori preparati e di altissimo livello che ho incontrato nel corso del programma Silicon Valley TVLP, a cui ho partecipato in estate 2016» ha commentato Enrico Di Orto, arrivato in Silicon Valley dopo essere stato selezionato da UNIBO Launch Pad, il programma che insegna imprenditorialità ai giovani ricercatori dell’Università di Bologna.

(Nella foto: Enrico Di Oto a Menlo Park, California)

Conferenza di Berlino: Il futuro è già presente, ce lo dicono le startup



Il 20 novembre scorso centinaia tra CEO, manager di startup e investitori da tutto il mondo, si sono dati appuntamento al Symposium "Anticipating the future" promosso a Berlino dall'Istituto TVLP in collaborazione con Fraunhofer IZM nella suggestiva ex area industriale dove ora hanno sede i laboratori del centro di ricerca più avanzato della Germania.

L'evento è supportato tra gli altri anche dal German American Business Association GABA, il network che fa da ponte tra la Germania e la Silicon Valley, è stato parte del programma ufficiale della  Global Entrepreneurship Week 2016, la settimana in cui tutto il mondo celebra l'imprenditorialità.

L'evento ha mantenuto la promessa di un confronto tra ospiti speciali in arrivo dalla Silicon Valley, gli Alumni internazionali del programma TVLP e gli esponenti dell'ecosistema imprenditoriale di Berlino.
La scelta della capitale tedesca non è stata un caso e vuole rappresentare la centralità dell'evento all'interno della scena dell'innovazione Europea. 
"Anticipating the Future" ha parlato di cultura imprenditoriale e delle innovazioni del prossimo futuro, dal cibo alla salute, con lo sguardo della Silicon Valley - sempre un passo in avanti rispetto al resto del mondo.

L'iniziativa non-profit è stata anche occasione di momenti di networking durante il pranzo e le varie pause caffè, nonchè la partnership con la famosa The Hub Conference (www.hub.berlin) che si è tenuta a nella capitale tedesca subito dopo il simposio.

«L'Internet delle cose, le abitazioni intelligenti e i dispositivi che ogni giorno indossiamo senza nemmeno accorgercene sono alcuni esempi che confermano come il futuro sia ormai una realtà. Per le startup ci sono già potenzialità enormi, soprattutto nei paesi in rapida crescita come l'India e l'Africa». Lo ha spiegato nel corso del Symposium Francine Gordon, docente della Leavey School of Business al Santa Clara University.

Nuove opportunità per entrepreneurs stanno arrivando anche dallo spazio, soprattutto nel campo della ricerca, come ha ricordato Bruce Pittman, senior vice presidente della National Space society e direttore del NASA Space portal in Silicon Valley.
Video servizio dal Sole 24 Ore

Un approfondimento sui lavori di Berlino - che ha ospitato in contemporanea la Reunion degli Alumni del TVLP - lo potete trovare nel servizio sul Sole 24 Ore (Vedi il servizio).

Le slideproceedings e foto dell'evento sono invece qui.

Silicon Valley, i finalisti di Unibo Launchpad: impariamo dagli investitori e temiamo di non voler più tornare



Sono arrivati una settimana fa in Silicon Valley i tre finalisti dell’edizione 2015 del Unibo Launch Pad per la parte finale del loro percorso: una immersione totale di tre settimane nella cultura del posto dove sono nate Airbnb, Whatsapp, Tesla, Google o Apple. Stanno partecipando al programma internazionale TVLP.co insieme ad innovatori provenienti da tre continenti.

“La cosa che più ci ha colpito è che a fare lezione sono professori di famose università come Stanford, Berkeley e Santa Clara ma che prima di essere docenti sono stati imprenditori di successo. Raccontano esperienze vere che hanno vissuto in prima persona” dice Marco Zibordi. Insieme a lui ci sono Simona de Cesaris e Enrico di Oto.

“I mentori sono investitori. E’ fantastico come riescono a capire bene quello che facciamo anche se è in ambiti industriali anche molto diversi tra loro” dice Enrico di Oto. Il programma TVLP.co, combina lezioni teoriche, mentoring ed evento sociali.

In aula oltre a docenti provenienti dalle più importanti università della Silicon Valley, ci sono il direttore di “Growth” (crescita) di Yahoo e investitori di successo come Steve Goldberg di Venrock, Carol Sands di Angels’ Forum, David Carlick fondatore di Double Click, ma anche “Silicon Valley” star come Chris Yen, investitore ed autore Harvard Business Review con alle spalle anche un libro scritto insieme al fondatore di LinkedIn. Il resto della faculty non è da meno. Tra di loro Naeem Zafar, imprenditore con 6 startup vendute di cui una quotata in borsa.

Parte del programma sono anche incontri con investitori. “E’ incredibile vedere come persone così importanti sono disponibili a dare una opportunità a tutti. Ma il loro tempo dobbiamo sfruttarlo bene e imparare il più possibile” dice Simona de Cesaris. Tra loro hanno incontrato già uno dei partner di Lux Capital, un nuovo fondo con investimenti da circa $5 milioni ciascuno su progetti a forte componente scientifica o il fondatore di Xfund, fondo nato per valorizzare i talenti dell’università di Harvard. Non mancano gli angel di Keiretsu Forum e quelli di Sand Hill Road, gli incontri con imprenditori, startup e grandi aziende tra cui quello con il numero due di BOX in programma per la settimana prossima.

Insieme a loro imprenditori di altre nazioni in un percorso dal ritmo intenso. “Lavoriamo tutti i giorni. Le attività iniziano la mattina alle 7:30 fino alla sera alle 22:00 quando dopo un evento di networking torniamo a casa”. Sono proprio queste le occasioni per creare connessioni con l’ecosistema della Silicon Valley. “Fantastico è stato l’evento al Madera, il ristorante a Sand Hill Road frequentato dagli investitori dove abbiamo conosciuto tra gli altri il Ceo di Logitech”. La strada dove si trova la maggior concentrazione mondiale di capitale di rischio è a due passi da dove stiamo vivendo, a Menlo Park.

L’avventura è solo all’inizio.

(Nella foto da sinistra: Simona de Cesaris, Enrico di Oto e Marco Zibordi)

La frutta, anche la più esotica, cresce su internet. E’ Fruttaweb.

Marco Biasin - CEO Fruttaweb – è l’emblema del passaggio dall’azienda off-line a quella on-line. La storia di Fruttaweb, infatti, affonda le sue radici nell’azienda di famiglia di Marco, un ingrosso ortofrutticolo: “Ho pensato – racconta Biasin – perché limitarci ad accogliere in azienda i rivenditori, dovremmo andare noi a casa delle persone”. E’ così che Marco, Gaspare e Giacomo si ritrovano nel 2014 a discutere di questa idea imprenditoriale, la consegna di frutta fresca su tutto il territorio nazionale in 24 ore. Nasce Fruttaweb.com

Marco Biasin - CEO Fruttaweb -
Legato all’azienda di famiglia per la parte dello stoccaggio dei prodotti, Fruttaweb.com gestisce i propri canali di approvvigionamento autonomamente, e potremmo dire che lo fa piuttosto bene se pensiamo che oggi fornisce circa 9.000 utenti e 100.000 spedizioni all’anno. “Il 99% degli ordini provengono dal territorio italiano, soddisfiamo per la maggior parte clienti privati ma abbiamo anche un segmento di clientela legata a servizi ristorativi”. Il vantaggio competitivo di Fruttaweb sta nelle procedure ingegnerizzate dai sui fondatori permettono, in tempi rapidissimi la distribuzione di una gamma di più di 100 prodotti, incluso un vasto assortimento di frutta esotica difficilmente reperibile nei canali tradizionali. Ma è proprio sull’ 1% mercato estero che sono concentrate oggi le forze del team, deciso ad espandere la propria attività fuori dai confini nazionali puntando su  Regno Unito, Svizzera, e Austria.
Mentre parla, leggiamo tra le parole di Marco, 24 anni e una laurea in scienze politiche dall’Università di Bologna con un periodo in Irlanda e uno in USA, una visione globale del fare impresa, che va oltre i confini Italiani, puntando a raggiungere i clienti indipendentemente dove questi si trovano. Il 2015 è l’anno che Marco ricorda meglio: prima la vittoria all’acceleratore Best Entreprenerial Experience e poi la notizia di essere uno dei pochi selezionati per TVLP – Technology Venture Launch Program, il programma internazionale in imprenditorialità tecnologica della Silicon Valley. “ L’esperienza in California per noi è stata importante, ci ha consentito di fare networking ed entrare in contatto con modo di pensare con realtà molto interessante” – racconta Marco – “far partire una impresa in Italia non è poi così distante da quello che avviene in California, la fase di avvio è comune a tutti gli imprenditori, bisogna assumersi dei rischi, è la cultura degli investitori ad essere diversa: rischiano di più e mettono a disposizione capitali maggiori. Questa occasione di confronto è stata formativa, ha fatto maturare il nostro progetto imprenditoriale e abbiamo avuto l’occasione di instaurare relazioni che ancora oggi perdurano”. Una su tutte è stata quella con Massimo Giacchino, conosciuto durante TVLP e oggi CMO (Chief Marketing Officer) di Fruttaweb. 

Il futuro? Ne vedremo di tutti i colori, anzi di tutti i frutti!

Glass Up, l’occhiale smart che ha fatto interessare la California


Francesco, con una laurea in Business Administration, e ventidue anni di esperienza nell’internal auditing in FIAT e Ducati, è quello che in Silicon Valley chiamerebbero un “imprenditore seriale”, cioè colui che per mestiere fonda imprese. Prima Conti Pronti, contabilità on line per professionisti e piccole imprese, e nel 2012 Glass Up.
Sono sempre stato incuriosito dal rapporto che lega l’uomo alle macchine e volevo progettare qualcosa che facilitasse le azioni giornaliere come leggere una e-mail o un messaggio di whatsapp, senza però la necessita di far ricorso a computer o smartphone, cioè con una interfaccia grafica di immediata consultazione, come appunto guardare attraverso le lenti degli occhiali”.

Glass Up è infatti un dispositivo intelligente e, nonostante fornisca le informazioni attraverso caratteri verdi che ricordano le grafiche dei primi computer, sono degli occhiali futuristici, capaci di proiettare sulle proprie lenti le informazioni provenienti da più dispositivi, ma anche conoscere i dettagli delle opere d’arte nei musei, leggere sottotitoli di film in lingua e monitorare le proprie funzioni vitali mentre si fa sport: il tutto a portata di vista, ma senza coprirla. Gianluigi Tregnani – oggi CTO dell’azienda – è una delle menti dietro la tecnologia di Glass Up e porta in azienda una lunga esperienza in fisica e nella realtà aumentata, sviluppata soprattutto in aeronautica.

L’avventura di Glass Up è una storia imprenditoriale emozionante, poiché fatta di impegno e grande determinazione. La società nasce dopo un anno di studi e ricerche sul prodotto, finanziate con risorse proprie. Nel 2013 è Google ad accorgersi di Glass Up, non tanto per la loro tecnologia ma piuttosto per l’utilizzo della parola “glass” nel marchio che lo rende così simile a quello dei Google Glass. Nasce così un contenzioso con il colosso di Mountain View il quale intima di rimuovere il temine “Glass” dal prodotto modenese. Ma, sorprendentemente, arriva anche una inaspettata notorietà: “molti giornali hanno parlato di noi e ciò ci ha aiutato ad attrarre capitali”. Nasce infatti una campagna di crowdfunding su Indiegogo che porta all’impresa modenese più di 100.000 dollari per sviluppare il prodotto.

“Visto il successo, abbiamo fatto ricorso ad una seconda campagna provando questa volta la piattaforma di equity crowdfunding inglese, Seedrs”. La campagna offre il del 20% della società, ma non si ottengono grande risultati, probabilmente, ci racconta Giartosio, “per via della non deducibilità fiscale dell’investimento e l’impossibilità di accesso allo strumento da parte di investitori americani, i più interessati al nostro prodotto”.
Ulteriori risorse arrivano da bandi, sia italiani che europei, per un totale di mezzo milione di euro. Le risorse sono servite ad arricchire il team, tra il 2015 e il 2016, e nuovi uffici generando ricadute positive sul territorio modenese in termini occupazionali.
Il prodotto, ci dice il CEO di Glass Up salutandoci, “sarà sul mercato a fine anno”.

Gli interessati potranno investire nel progetto grazie alla campagna di equity crowdfunding che sarà avviata il 17 maggio sulla piattaforma TipEquity.

Chissà che qualcuno oltre oceano voglia contribuire a far crescere questo pezzo di tecnologia “made in Italy” vedendo nella startup modenese un fonte di nuova energia per un settore, quello degli occhiali smart, che temporaneamente sembra vedere indecisione tra i colossi americani.

Nella foto: Francesco Giartosio - CEO Glass Up 

IOOOTA, dopo la Silicon Valley arrivano 450 mila euro per portare l'intelligenza di Jarvis in casa e uffici



Nello slogan internazionale di IOOOTA - "Let your things speak" - è contenuta l'essenza della startup italiana nata a Bologna da 7 ragazzi, tutti di età compresa tra i 30 ed i 37 anni: Luca Degli Esposti, Roberto Pierpaoli, Riccardo Malatesta, Andrea Previati, Maurizio Pinotti, Alan Alberghini e Mirko Falavigna.

La tecnologia che hanno creato permette infatti all'utente di gestire i dispositivi che lo circondano e di farli letteralmente parlare ed interagire tra loro. Questo semplifica la vita, rendendola più sicura e confortevole, ma anche “green” riducendo i consumi energetici. Il team di Iooota (www.iooota.it), capeggiato da Luca Degli Esposti, dopo vari premi raccolti in Italia e un’esperienza in Silicon Valley, annuncia oggi sul suo sito un importante primo investimento di 450 mila euro.

Le risorse raccolte permetteranno di sviluppare Jarvis, un “robottino” per comandare la casa e l’ufficio in modo semplice e ovunque l’utente si trovi (dal letto o dall’altra parte del mondo). La tecnologia di Iooota permette anche di controllare i consumi e gestire la sicurezza dei propri spazi e quella delle persone care. Jarvis era ancora prototipo quando il Ceo di Iooota lo ha portato “in giro” per la Silicon Valley durante il Technology Venture Launch Program (TVLP). Oggi, grazie alla determinazione dei suoi fondatori, la startup italiana ha un prototipo che riesce a intervenire in tempo reale in situazioni che - per fretta o distrazione - possono capitare; ma anche fare cose molto più semplici, come regolare l’intensità dell’illuminazione, il comfort, l'accensione e lo spegnimento di dispositivi elettronici, persino in maniera automatica.

Jarvis unisce e pilota un kit di dispositivi “intelligenti” già presenti sul mercato e che non necessitano di installatori specializzati per essere integrati nelle case e negli uffici. Tra questi ci sono sensori di temperatura e umidità, azionamenti di tapparelle e porte, lampadine intelligenti e la capacità di interagire con gli elettrodomestici. Nuovi servizi e il collegamento a nuovi oggetti sarà presto disponibile facendo crescere la presenza del Made in Italy nel settore del IoT (Internet delle Cose).

Diversi partner commerciali sono interessati a distribuire Jarvis, tra questi le aziende multi-utility, per rilevare i consumi e aiutare gli utenti a risparmiare, ma anche banche e assicurazioni per proporre sconti a quei clienti che rendono la loro casa sicura con Jarvis. Iooota è associata a Italia Startup; Luca degli Esposti è Alumnus di Silicon Valley TVLP.


Fonte: Medium.com

Una serata sognando e ricordando la Silicon Valley di Aster

Riprodurre ecosistemi come la Silicon Valley non è possibile, ma la sua cultura vincente a positiva può essere assorbita e può essere utilizzata per contaminare altri ecosistemi. Un effetto moltiplicatore lo si può ottenere quando questa "importazione culturale" è fatta da più soggetti, 10 imprenditori in questo caso, che provengono dallo stesso territorio.


Ieri negli spazi di TIM Working Capital di Bologna, cinque imprenditori hanno raccontato la loro esperienza di immersione totale in Silicon Valley contaminando con il loro entusiasmo quel territorio dal quale sono partiti. Sono Marco Biasin fondatore di FruttaWeb, Giovanni Cavallo fondatore di Sgnam (una vecchia conoscenza del Brainstorming Lounge), Anna Giulia Balducci fondatrice di PlumeStars, Elena Galli fondatrice di Saladz, e Massimo Giacchino fondatore di Tickete.

La forza di questo gruppo, supportato da ASTER e dalla regione Emilia Romagna - visionari e primi assoluti in Italia con un programma a così forte impatto locale, emerge dall'entusiasmo e dalla naturalezza con la quale queste cinque persone hanno condiviso la loro esperienza e la cultura assorbita alternandosi in perfetta sincronia all'interno di un discorso, sicuramente, improvvisato. Ognuno di loro ha cioè fatto lo stesso percorso in Silicon Valley e ha condiviso con il gruppo le proprie esperienze facendole diventare parte di una sorta di cultura di gruppo che ieri è stata condivisa con il territorio generando, appunto, un effetto moltiplicatore.

Ph. credit: TVLP.co
Coloro che non erano presenti avranno sicuramente altre opportunità per ascoltare questi imprenditori; nel frattempo possono leggere un interessante post di Giovanni Cavallo di Sgnam (https://goo.gl/eaMk1p). Buona Silicon Valley e che il sogno sia solo l'inizio.



10 giovani imprenditori dell'Emilia Romagna in Silicon Valley a Novembre

L'Emilia Romagna guarda alla Silicon Valley: 10 giovani imprenditori potranno portare le loro idee d'impresa in Californi a Menlo Park.



Si tratta di 10 partecipazioni completamente gratuite per altrettanti imprese - alcune già con un fatturato importante -  che includono il programma TVLP Express 8-15 novembre 2015, volo e alloggio. Così l'Emilia Romagna guarda alla Silicon Valley da dove sono nate Facebook o Google.

TVLP Express (TVLPx) è il programma di una settimana di immersione totale ed intensa a Menlo Park, nel cuore della Silicon Valley. L'obiettivo è trasmettere ai giovani innovatori emiliano-romagnoli, in poco tempo, le parti principali di TVLP (www.tvlp.co) creando una perfetta introduzione al “mindset” della Silicon Valley e al tempo stesso offrendo l’opportunità per far crescere il proprio progetto imprenditoriale nel luogo più stimolante del mondo con l’aiuto di riconosciuti docenti, investitori e imprenditori.

La Silicon Valley è la mecca dell’imprenditorialità, il luogo dove sono nate Twitter, Facebook, Tesla, Uber, Google e Apple. E non solo: è un incredibile network di altissimo livello, una concentrazione unica di persone e culture da tutto il mondo, il luogo in cui “tutto può succedere”, dove si “scala” il successo o si fallisce, si impara a “pensare in grande” e ad essere positivi. A nessuno importa quanti anni hai, come sei vestito o di che nazionalità sei. L’importante è quanto vali. Perchè se vali, prima o poi, avrai successo.

I fortunati selezionati per "Emilia Romagna Special Aid" entreranno a far parte della comunità internazionale di Alumni di TVLP che include imprenditori da tutto il mondo tra cui Emirati Arabi, Belgio, Brasile, Germania, Francia, Italia, Olanda, Pakistan, Spagna, Russia, Ungheria, Svizzera, Inghilterra, Ucraina.

Il supporto per gli emiliano-romagnoli ha requisiti specifici da verificare in fase di domanda di partecipazione. Importante, c'è tempo fino al 7 e 11 ottobre 2015 per partecipare sul sito ufficiale WWW.TVLP.CO
 
Twitter: @svTVLP
Facebook: https://www.facebook.com/SiliconValleyTVLP
Video “24 ore di TVLP”: https://youtu.be/H1gK8aC9lJk

Cosa può succedere in 24 ore in Silicon Valley? Video Reportage




Irene Mingozzi, ricercatrice di ASTER e "inviata speciale" con #ASTERinUSA, racconta una giornata tipo nella Valle più famosa della tecnologia tra pitch, lezioni, incontri con investitori, visite a grandi aziende, eventi e tanto altro.

Sembra il racconto di una settimana o di un mese, ma si tratta di un solo giorno. Tutto succede velocemente, con lo stesso ritmo delle innovazioni che qui nascono per raggiungere tutto il mondo.

Guarda il Video Reportage


I rischi e le opportunità per Alessio Pisa di Spiiky

All’ultimo Brainstorming Lounge si è parlato di rischi e di opportunità con diversi ospiti tra cui Alessio Pisa, uno dei fondatori di Spiiky, una piattaforma web che migliora l’offerta e l’acquisto per esercenti e utenti. Possiamo pensare a Spiiky come un social network per le aziende, il cui obiettivo è fidelizzare i clienti. Vogliamo saperne di più e decidiamo di intervistarlo.

Spiiky si presenta come una valida alternativa ai diversi gruppi d’acquisto presenti sul web, come Groupon, con vantaggi sia per il commerciante sia per il compratore. L’esercente si iscrive gratuitamente, nessuna percentuale viene trattenuta e si può dialogare direttamente con i consumatori in maniera molto “social”. Chi compra non paga subito, può interagire col venditore chiedendo maggiori informazioni sul tipo di prodotto o servizio offerto o semplicemente mettersi in contatto con altri utenti che hanno già usufruito della stessa offerta.

Alessio Pisa - Spiiky
La piattaforma è facile da usare e si è diffusa molto rapidamente permettendo a questa giovane startup di validare il proprio modello e raccogliere un investimento “seed” di 300.000 euro.

Alessio Pisa è uno degli artefici di questa rivoluzione e alla mia domanda su cosa pensa dei rischi legati al suo lavoro, quello dello “stratupper”, mi risponde dicendo che il rischio più alto, oggi, è quello di non essere abbastanza veloci nel cogliere le opportunità. Molto spesso, infatti, ci sono occasioni che, se sottovalutate, sfuggono di mano. Le opportunità esistono, bisogna solo avere il coraggio di valutarle e intraprenderle, Spiiky ne è un esempio.

Alessio parla di cose che accadono velocemente, idee che si trasformano in impresa in poco tempo. Mi racconta delle tre settimane passate in Silicon Valley e di come gli hanno dato l’opportunità di vedere tutto in un’altra prospettiva rispetto all’ecosistema italiano. Alessio ha avuto l’occasione, l’estate scorsa, di partecipare a Silicon Valley Technology Venture Launch Program (TVLP), un programma di 20 giorni nella terra dei sogni per ogni "startupper", la Silicon Valley. Il programma unisce una formazione di alto livello in imprenditorialità a opportunità di networking con investitori e imprenditori della Silicon Valley insieme a startup, incubatori e grandi company.

Il Silicon Valley TVLP è un’esperienza che, come mi racconta, arricchisce e permette di comprendere tutti quei meccanismi di un ecosistema che ha dato vita ad aziende come Amazon, Google, o Intel, solo per citarne alcune. Confessa che sono stati giorni intensi e a volte stressanti, perché gli eventi accadevano velocemente e senza sosta, così come infondo è la vita nella Silicon Valley.

Lo saluto. Mi è sembrato un imprenditore seriale, molti progetti futuri, altre opportunità da cogliere, e nuove idee da sviluppare.

Azzurra Meoli, Bologna 

Azzurra Meoli è un ingegnere gestionale e dottorando in Management presso l’università di Bologna. Ama l’imprenditorialità e la scrittura.

Identikit: Sgnam, i tuoi pasti a portata di click

Sgnam.it è la nuova cross-platform di ordinazioni a domicilio in real time, lanciata sul mercato nel novembre 2012. Nasce su iniziativa di due giovani studenti Giovanni Cavallo e Lorenzo Lelli, dall’idea di provare ad importare anche in Italia l’abitudine di ordinare cibo on line e quindi replicare progetti simili e funzionanti in altri Paesi. Sgnam.it è una piattaforma web e per Android con la quale si può ordinare da casa e in pochi minuti qualsiasi tipo di piatto. Il cliente può scegliere fra circa 100 locali convenzionati, in base a quanto sono distanti e a quale tipo di cucina offrono. L’utente personalizza il proprio ordine e lo invia al ristorante che, quasi istantaneamente, riceve l’ordine e comunica al cliente i tempi di attesa previsti per la consegna. La scelta è ampia, si può scegliere tra ristoranti italiani, cinesi, giapponesi, pizzerie, gelaterie, con un occhio di riguardo anche a celiaci e vegetariani. Attualmente Sgnam è attiva nelle città di Bologna, Firenze, Reggio Emilia e Modena e attraverso la sua piattaforma, ha consegnato più di 110000 euro di pasti ai sui clienti. Un risultato più che sorprendente per un’impresa giovane e che opera in un settore maturo come quello della ristorazione.

Il team di Sgnam [Ph credit: Nana Bianca]
Il progetto, vincitore del premio Moebiu start up nel 2012 e del premio Incredibo 2013, è stato da poco scelto da Nana Bianca, un acceleratore di start up digitali con sede a Firenze, risultato questo di grande importanza per la giovane start up e che denota il fatto che impegno, creatività e passione premiano. Grazie all’ingresso in Nana Bianca il progetto ha infatti la possibilità di essere finanziato, crescere e migliorare. Diversi i punti forti di questa innovativa start up bolognese: prima di tutto e senza dubbio il più importante la passione e il coraggio dei suoi giovani fondatori. Il servizio offre una scelta ampia e completa; l’opportunità di pagamento anchecon carta di credito e la possibilità di ordinazione dei pasti tramite app , ios e android, un servizio estremamente conveniente e competitivo e la personalizzazione totale dell’ordine. Non resta che provarlo!

Giovanni Cavallo,giovane imprenditore ventiseienne, laureato in Economia Aziendale presso l’Università di Bologna. Nel 2012 lancia Sgnam.it, un innovativo portale web che permette di ordinare cibo a domicilio. Con Sgnam.it risulta vincitore del premio Moebiu start up a Smau Bologna 2012 e del Bando Incredibo 2013.
Attualmente continua a lavorare con passione ed entusiasmo al suo progetto.
http://www.sgnam.it/

Biancamaria Imbimbo è laureanda in Direzione Aziendale all’Università di Bologna. Originaria di Avellino, è appassionata di lettura e di viaggi.