Avevano un'idea e l'hanno perseguita. Dopo la laurea e anni di ricerca, hanno creato una squadra,
brevettato il sistema e cominciato a lavorare. In Silicon Valley avranno ora la possibilità di perfezionare il progetto e trovare i canali giusti per lanciarsi sul mercato. Così saranno pronti a rivoluzionare il mondo.
Questa è la storia di Bettery, MindIT, Griffa e Newrosparks, i giovani talenti vincitori della seconda edizione del premio dell’Unibo Launch Pad, l’acceleratore dei dottorandi e ricercatori nato dalla collaborazione tra l’Università di Bologna e l’Istituto Italiano Imprenditorialità con il sostegno di aziende e fondazioni dell’Emilia-Romagna.
La cerimonia di consegna del premio si è svolta sabato 17 dicembre all’Opificio Golinelli di Bologna, davanti a una giuria di manager e professionisti del capitale di rischio che ha selezionato quattro dei sei team finalisti.
Le tre fondatrici di Battery |
I fondatori dei MindIT insieme al loro advisor, la professoressa Michela Milano dell'Università di Bologna |
Il team di Griffa |
Ottimismo e coraggio non è mancato ai ricercatori di Scienze agrarie dell’Alma che hanno ideato Griffa, con l’obiettivo di “griffare gli alimenti” analizzando il DNA, marcatore incorruttibile, univoco e stabile lungo tutta la filiera produttiva. Con questo metodo, che sfrutta tecnologie di ultima generazione e un database proprietario, si punta a contrastare le frodi alimentari che causano gravi danni economici e d’immagine ai brandi e ingannano i consumatori. Mater che hanno ideato
«Tutti i finalisti della seconda edizione dell’Unibo Launch Pad hanno presentato progetti dall’alto contenuto innovativo – hanno spiegato gli organizzatori – la giuria ha faticato non poco ad individuare i migliori. In panchina sono rimasti progetti di materiali per la stampa 3D industriale e una tecnologia anti-age che porta nel settore dermo-estetico tecnologie sviluppate nei laboratori di meccanica avanzata».
Il progetto Unibo Launch Pad, arriva così a premiare i partecipanti della seconda edizione. Scelti tra centinaia di ricercatori dell’ateneo bolognese il Launch Pad contribuisce ad affermare in Italia che ricerca e imprenditorialità possono e devono andare a braccetto. E’ infatti dalla loro unione che nasce l’innovazione, cioè quel meccanismo che trasforma il frutto di una attività di ricerca scientifica in un prodotto o servizio che cambierà la vita di milioni di persone. A ricordarlo è il professore Simone Ferriani, coordinatore del progetto, citando non a caso Google, una delle aziende oggi più innovative che è nata da due dottorandi di Stanford spinti dal loro visionario professore a trasformare in impresa la loro ricerca. Se Larry Page e Sergey Brin non avessero incontrato il professor Terry Winograd, oggi molto probabilmente non esisterebbe Google, il cui dominio iniziale era google.stanford.edu, e il web sarebbe completamente diverso.
Marino Golinelli (vestito in nero), imprenditore e filantropo, che ha ospitato e sostenuto l'iniziativa. |
Così oggi assistiamo al secondo gruppo di ricercatori, nei quali grazie alla visionaria Università di Bologna, e stato “iniettato” il virus positivo della cultura imprenditoriale. Loro sono un po’ meno ricercatori e un po’ più imprenditori. Ci prepariamo alla terza edizione del progetto e nel frattempo, iniziamo a pensare che l’orizzonte dell’iniziativa debba diventare regionale coinvolgendo tutti gli atenei dell’Emilia Romagna per disegnare una nuova generazione di imprenditori. Scientificamente preparati, determinati ad avere successo e con la mente tra l’Italia e la Silicon Valley per prendere il meglio da ognuno di questi luoghi.
Paolo Tomassone