«Il mondo è globalizzato e aziende con il quartier generale in Italia, già da anni producono e vendono fuori confine, e hanno così a che fare con culture diverse e modi di pensare differenti. Quella dei virtual team - studiati per aggregare e incontrare contemporaneamente i lavoratori basati in sedi differenti - è ormai una scelta dalla quale non ci si può tirare indietro. Questi gruppi devono essere “power”, devono funzionare alla perfezione». Lo ha ricordato Antonietta Demaio, dello Studio Notarile Demaio, che ha ospitato il secondo della serie "EXECUTIVE" del Brainstorming Lounge dal titolo “Sviluppare progetti velocemente, riducendo costi e preparando l'impresa alle sfide del futuro”.
Le migliori strategie e i benefici per le aziende li ha raccontati Peter Ivanov, uno dei massimi esperti al mondo di Virtual Power Teams, che ha incontrato durante l'incontro del 23 novembre alcuni imprenditori dell'Emilia-Romagna e del Veneto.
Per essere vincenti, i team virtuali – secondo Peter Ivanov – devono rispettare alcune regole. Prima di tutto devono far emergere la personalità di ogni componente del gruppo, per evitare disarmonia nel lavoro in comune. Ogni partecipante deve essere messo in grado di condividere con gli altri le proprie emozioni, i propri punti di vista e le proprie opinioni in merito a un progetto. Deve poi esserci una chiara visione degli obiettivi di fondo che il team vuole raggiungere in un determinato periodo di tempo. L'individualismo è il “tarlo” che può danneggiare il lavoro in comune e rischiare di far fallire i progetti di un team virtuale.
Ivanov ha guidato team virtuali di oltre 100 persone in Europa, Asia Centrale, Medio Oriente e Africa ed è stato recentemente relatore presso la sede di Visa in Silicon Valley e ha tenuto un corso di formazione per cento dipendenti di Lufthansa. I suoi team hanno vinto numerosi e prestigiosi premi aziendali, tra cui il "Best of the Best" nel 2007 e il Global "IT Connect Award" nel 2012.
«Per far funzionare i team virtuali – ha spiegato il docente – tutti i componenti devono conoscersi, devono raccontare i successi e gli insuccessi lavorativi. Per far questo servono dei chiari strumenti di comunicazione. Bisogna alternare meeting periodici informali, durante i quali ognuno racconta la propria parte di lavoro, ad altri meeting più formali, in videoconferenza, per analizzare obiettivi raggiunti e per fissarne dei nuovi. Il “regista” di questi incontri deve essere preciso, chiaro nell'esposizione dei contenuti, deve essere un leader capace di attirare l'attenzione dei collaboratori; deve poi essere abile nel concedere a tutti i componenti del gruppo i propri spazi per esprimersi e per condividere i propri punti di vista».