Da tempo anche nel settore legale - caratterizzato da processi non automatizzati, molto "artigianali" -
si lavora alla digitalizzazione. Quello delle professioni legali è, infatti, uno dei settori dove logica e algoritmica possono trovare applicazione.
In fondo un contratto altro non è che la sequenza di clausole, ben legate tra loro, che traducono in termini legali le esigenze delle parti. Una struttura non troppo diversa da quella di un software per computer.
Già una decina d'anni fa in Silicon Valley, il docente di Stanford Mark Lemley iniziò a progettare un software in grado di gestire le controversie legali sulla proprietà intellettuale. Da quell'idea nacque Lex Machina, un software in grado di analizzare lo storico di migliaia di cause per individuare la "miglior strategia processuale", rimpiazzando di fatto il lavoro di routine degli avvocati. A utilizzarlo non furono solo gli studi legali, ma anche grandi società come eBay, Microsoft o Shire Pharmaceutical.
Ultimamente si stanno sperimentando e realizzando applicazioni concrete di intelligenza artificiale che aiuteranno ancora di più gli avvocati nell'attività quotidiana.
Infatti, una delle sfide davanti alla quale si scontrano quotidianamente gli avvocati è quella di riuscire a "navigare" in breve tempo, con precisione e qualità all'interno di moli di documenti, e trovare correlazioni tra tutte le informazioni raccolte. Quest'attività richiede un team di tante persone, con competenze diverse, che lavorano per ore.
In soccorso agli studi legali sono arrivati i primi software che utilizzano l'intelligenza artificiale e che permettono di leggere moltissimi documenti a una velocità molto maggiore rispetto a quella dell'uomo. Si tratta di sistemi che impiegano algoritmi pensati e disegnati con uno schema logico simile a quello che potrebbe applicare l'avvocato, e che vengono "allenati" attraverso l'apprendimento automatico grazie a un loro uso frequente.
L'utilizzo di questi software sarà sempre più determinante nelle grandi operazioni, come per esempio le fusioni o le acquisizioni di aziende, nella gestione dei contenziosi e nel compliance, tutte attività che ora richiedono il lavoro di mesi di un team di decine avvocati.
I vantaggi per gli studi legali saranno evidenti: velocità nelle operazioni, risparmio di tempo - e di conseguenza risparmio di denaro - e accuratezza nel lavoro degli avvocati che potranno così concentrarsi solo sugli aspetti più complessi dell'attività legale, dove occorre più intelligenza ed esperienza e dove la macchina non è in grado di arrivare.
In futuro, come spiegano gli esperti, l'aspetto più importante della rivoluzione digitale sarà l'impiego di "contratti smart", attraverso i quali le parti interessate in un contratto, anziché fare complesse negoziazioni con i propri legali - con tutte le complicazioni e i costi del caso - utilizzeranno il software ognuno dal proprio lato per inserire le proprie aspettative; il software potrà quindi guidarle nel creare il contratto che compone gli equilibri e crea un accordo. Quello che ora fa l'uomo, in futuro sarà automatizzato, anche attraverso il sostegno della tecnologia blockchain che offrirà una garanzia delle operazioni effettuate.
Per esplorare le novità in questo settore, l'istituto californiano TVLP assieme a ICT Legal Consulting, uno dei più innovativi studi legali europei, ha deciso di ideare una borsa di studio per promuovere l’innovazione nel settore Legal Tech e accompagnare gli imprenditori, i manager e i professionisti più talentuosi potranno perfezionare un progetto imprenditoriale in California e acquisire conoscenze di imprenditorialità tecnologica durante uno dei programmi del TVLP Institute di primavera ed estate.